Le infezioni ospedaliere sono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria.
Si definiscono I.C.A. le infezioni insorte durante il ricovero in ospedale, o dopo le dimissioni del paziente, che al momento dell’ingresso non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione. Sono l’effetto della progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie, che se da una parte garantiscono la sopravvivenza a pazienti ad alto rischio di infezioni, dall’altra consentono l’ingresso dei microrganismi anche in sedi corporee normalmente sterili.
Un altro elemento cruciale da considerare è l’emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, visto il largo uso di questi farmaci a scopo profilattico o terapeutico.
Non tutte le infezioni correlate all’assistenza sono prevenibili; è quindi opportuno sorvegliare selettivamente quelle che sono attribuibili a problemi nella qualità dell’assistenza. In genere, si possono prevenire le infezioni associate a determinate procedure, attraverso una riduzione di quelle non necessarie, la scelta di presidi più sicuri, l’adozione di misure di assistenza al paziente che garantiscano condizioni asettiche.
Ogni anno in Europa si verificano 4,5 milioni di infezioni ospedaliere e altrettanti in strutture di lungodegenza e domiciliare (per un totale di 8.9 milioni di casi ogni anno). Lo rivela l’ultimo studio di prevalenza sulle infezioni correlate all’assistenza (I.C.A.), pubblicato dal Centro Europeo di Malattie Infettive (Ecdc). Di tutti questi casi 1 su 3 è resistant agli antibiotici e il rischio di affrontare complicanze non risolvibili con farmaci è alto. L’Italia ha l’incidenza più alta di tutta Europa pari al 6,0% – 1 paziente su 15 contrae un’infezione durante la degenza in ospedale.
Come prevenirle? Alla luce del quadro appena esposto, è necessaria l’adozione di un provvedimento normativo volto a rendere efficaci gli strumenti normativi e scientifici che il nostro Paese ha a disposizione, stabilendo definitivamente, con coraggio, determinazione e prontezza l’obbligatorietà dell’adozione di quegli standard e raccomandazioni necessari per la sicurezza dei cittadini. La sicurezza deve essere garantita o dovrebbe essere garantita per obbligo costituzionale, perché la sanità pubblica e la sicurezza dei nostri cittadini sono diritti riconosciuti dalla suprema carta costituzionale.
Per queste ragioni l’Avv. Raffaele Di Monda ha rimesso, per la prima volta in Italia, nelle mani di alcuni rappresentanti del Parlamento, un progetto di legge volto a introdurre, con obbligatorietà e fermezza, modelli di sorveglianza e contrasto alle infezioni correlate all’assistenza per tutelare al meglio la salute dei nostri cittadini e l’eccellenza della nostra Sanità.
Qui sotto il draft della proposta di legge.